La giustizia individuale, in primo luogo e più prontamente riguarda le questioni morali, che hanno a che fare con la distribuzione di beni o proprietà.
È, diciamo, ingiusto per qualcuno rubare alla gente o non dare loro ciò che deve a loro, ed è anche ingiusto se qualcuno chiamato a distribuire qualcosa di buono (o cattivo o entrambi) tra i membri di un gruppo usa un arbitrario o base ingiustificata per fare la distribuzione.
La discussione della giustizia come virtù individuale, spesso si incentra su questioni, quindi, sulla proprietà e altri beni distribuibili.
Platone offre la prima discussione prolungata sulla natura della giustizia (dikaiosune) e il suo rapporto con la felicità, come una partenza da tre alternative che ricevono diversi gradi di attenzione.
Fermiamoci un momento sulle differenze tra il maestro Platone ed il suo allievo Aristotele.
La giustizia di Aristotele e Platone, infatti, sono entrambe complementari, ma differiscono per molti aspetti fondamentali l'una, dall'altra.
Ad esempio, la giustizia aristotelica pone l'accento su un sistema di diritti, mentre la giustizia platonica attribuisce maggiore importanza ai doveri.
La giustizia aristotelica si basa, per così dire, sul principio che "ognuno dovrebbe avere il proprio".
La giustizia platonica, al contrario, si basa sul principio che "ognuno dovrebbe fare il proprio".
Il primo, quindi, è un sistema di diritti, mentre il secondo è un sistema di doveri.
Due facce della stessa medaglia?